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BASTA CON GLI INCIDENTI MORTALI NELLA NAUTICA DA DIPORTO

I fatti accaduti recentemente nei laghi di Garda e Como, quello in Sardegna vicino Portisco, sono solo gli ultimi drammatici incidenti che coinvolgono la nautica da diporto e devono far riflettere seriamente il Legislatore sulla normativa attuale, poiché non rende giustizia alle vittime e alle loro famiglie e, soprattutto, non è certo un deterrente a tutela della sicurezza della navigazione.



OMICIDIO NAUTICO

La Confarca, l’associazione di categoria che rappresenta le scuole nautiche, le autoscuole e le agenzie nautiche in Italia,  chiede da diverso tempo l’equiparazione dell’omicidio stradale a quello nautico:

chi causa la morte di una persona per strada è oggi punito sempre e comunque in maniera molto più grave di chi, magari con comportamenti spericolati, la causi alla conduzione di una barca.


IN AUTO O IN BARCA LA VITA E’ IMPORTANTE UGUALE

Allorquando per strada sia molto più semplice e frequente essere coinvolti in una collisione tra veicoli, i beni tutelati sono gli stessi: la vita umana e la sicurezza della circolazione.
Eppure il medesimo comportamento che porti alla morte di una persona può essere in un caso punito con 18 anni di reclusione e in un altro, quello nautico, con soli 6 mesi.

Siamo stati tra i promotori della Legge sull’omicidio stradale e sosteniamo quella sull’omicidio nautico, così come abbiamo sostenuto e promosso il grande lavoro appena terminato al tavolo tecnico ministeriale per il correttivo del regolamento di attuazione del codice della nautica, in cui sono state inasprite le pene per coloro che si rendono responsabili di negligenza al comando, soprattutto se sotto l’effetto di alcool e/o stupefacenti, anche in situazioni che prima non venivano considerate pericolose come l’avvicinarsi a velocità sostenuta ad una barca all’ancora mentre i suoi occupanti stanno facendo il bagno.

Tuttavia, allo stato attuale, chi pone in essere una condotta spericolata in spregio delle regole di prudenza e di navigazione (ad esempio avvicinandosi a tutta velocità in stato di ebbrezza in motoscafo alla costa piena di bagnanti) al punto da prefigurarsi la possibilità di uccidere, non può essere punito come meriterebbe, se non attraverso una serie di complicate valutazioni giuridiche in ordine all’elemento psicologico del reato.

Proprio la necessità di superare le incertezze, le disparità e le scappatoie che emergevano puntualmente in sede processuale (possibilità di patteggiamento) con sostanziale impunità del colpevole, avevano suggerito l’adozione di una norma ad hoc per l’omicidio colposo stradale.


Clicca sulle immagini sotto per visionare tutti gli articoli di stampa al riguardo:


NORMA BLOCCATA DAL 2019

La norma sull’omicidio stradale è sicuramente migliorabile, ci fa male sapere che da luglio 2019 è fermo il disegno di legge che vorrebbe introdurre il reato di omicidio nautico, ma anche quello di lesioni personali nautiche.


PIU’ INFORMAZIONE, PIU CONTROLLI MIRATI

Tuttavia, al di là dell’aspetto “punitivo”, la Confarca ritiene fondamentale che la modifica normativa – ove approvata – sia accompagnata da un’informazione adeguata e precisa, necessaria per assicurare l’essenziale effetto deterrente per i diportisti, anche occasionali, che va unito ad una attività di controllo mirata principalmente alla sicurezza della navigazione, e non soltanto ai fini fiscali, come purtroppo accade spesso.


Buon Vento!

Il V.Segretario Nazionale Nautica

Marco Morana

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