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«Nessun vento è favorevole per il marinaio che

non sa in quale porto vuol approdare.» 

Anneo Seneca (La brevità della vita)

Ognuno di noi si rende conto che per raggiungere qualcosa di importante o particolare nella vita è necessario prima o poi impegnarsi a fondo e affrontare ostacoli di vario genere.

• Quante volte ostacoli di vario tipo ti hanno fatto rinunciare ad un obiettivo a cui tenevi?
• E quante volte hai affrontato direttamente alcuni degli ostacoli magari per scoprire che avresti fatto meglio a lasciar perdere?
• E alzi la mano chi non ha mai pensato che proprio per noi si potesse fare un’eccezione e senza sforzo avremmo trovato una scorciatoia?

La realtà è che quasi ogni giorno ci troviamo di fronte ad ostacoli e problemi che, ahimè, non riusciamo ad evitare o ad aggirare. I problemi sembrano essere gli ingredienti stessi della vita. E quando un ostacolo si presenta sulla nostra strada gli atteggiamenti che fondamentalmente utilizziamo per affrontarli sono tre:

• cambiare strada e rinunciare all’obiettivo,
• farci forza e coraggio e fronteggiare direttamente l’ostacolo oppure
• illuderci di prendere una scorciatoia.

Gli amici si dividono tra chi ci dice “ma chi te lo fa fare”, chi ci incoraggia a insistere ancora più forte con un “dài che ce la fai!” e chi diventa esperto e ci consiglia: “conosco io un trucco”.

Tutti e tre gli amici hanno sia torto che ragione. Hanno ragione quando siamo di fronte a imprevisti di piccola portata, per cui è piuttosto facile insistere e battere il chiodo un pò più forte, così come di fronte a un pericolo estremo è ovvio darsela a gambe o evitare il rischio di farsi male e, infine, quando effettivamente abbiamo qualcuno che può mostraci un cammino ridotto o un modo per evitare sforzi inutili avendo più esperienza di noi. E’ perfettamente naturale fare uno sforzo per andare al lavoro anche se incontriamo un imprevisto ed è giusto rinunciare a buttarsi dalla scogliera per vedere se si può volare.

Il problema più grande e che le situazioni più interessanti e potenzialmente più favorevoli della vita non ricadono quasi mai nelle circostanze che abbiamo visto sopra. Nei momenti decisivi della nostra vita, di fronte a difficoltà impreviste, raramente la decisione è facile. Ci troviamo infatti di fronte a più strade proprio nelle situazioni dove la posta in gioco è più alta: lascio perdere o insisto ancora di più, magari con una scorciatoia? Vale sul lavoro, nelle relazioni, con i figli, nello studio, con le diete, nello sport e così via.

La cosa bella dell’imparare a navigare è che ci insegna che sono possibili altri approcci interessanti utili anche per la nostra vita. Tra poco vedremo alcuni esempi famosi che ci possono dare qualche ispirazione.

Cominciamo prima prendendo un esempio classico di cui si parla spesso anche nel linguaggio comune: quello del vento che soffia in una direzione diversa da quella che vorremmo e che quindi interpretiamo come “il vento non ci è favorevole”.

La frase di Seneca all’inizio del post è utilizzata spesso proprio per suggerire che se non abbiamo obiettivi chiari nella vita il vento ci porterà in direzioni casuali e, alla fine, ci ritroveremo da qualche altra parte, che solo allora scopriremo essere quella che non avremmo voluto. Se invece abbiamo un obiettivo chiaro riusciremo a riconoscere le circostanze favorevoli e sfruttarle, mentre sapremo aspettare quando le circostanze non sono propizie. L’importante è soprattutto chiarire a noi stessi gli obiettivi che vorremmo raggiungere.

Non finisce qui. Ci sono infatti due sorprese che affascinano sempre sia chi si avvicina alla vela sia chi è velista da tempo. Hanno in sé qualcosa di magico e possono aiutarci a vivere meglio anche la nostra vita ottenendo più risultati migliori di quanto pensassimo possibile.

Se andando in barca le hai già sperimentate, puoi andare più giù nel post e vedere gli esempi di vita altrimenti continua pure a leggere qui di seguito.

La prima delle due scoperte riguarda le possibili direzioni che possiamo percorrere in funzione del vento. Ci sono infatti dei momenti in cui il vento soffia proprio dalla direzione in cui vorremmo andare ponendosi come un ostacolo (presunto) al nostro cammino. Sarebbe il momento di rinunciare a salpare.

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Gabbiani che si lasciano trasportare dal vento

In realtà i marinai da sempre hanno cercato di capire come riuscire ad ovviare all’ostacolo e così, cambiando l’assetto della barca in modo appropriato e grazie alle sorprendenti leggi della fisica, hanno scoperto che si può risalire il vento, ovvero navigare nella direzione contraria al vento stesso. Questo significa che possiamo procedere nella direzione voluta, qualunque essa sia, e approdare addirittura proprio lì da dove il vento viene, invece che lasciarsi portare in direzione opposta come farebbero le nuvole, le foglie e i gabbiani.

La scoperta fantastica è che la propulsione nelle barche a vela può essere prodotta in modo diverso da come accade alle nuvole o alle tende svolazzanti di casa. Quello che succede in barca è analogo al meccanismo che fa volare un aereo, grazie alla forma delle sue ali, ed è dovuto al vento che si infrange sui due lati della vela così come sui due lati dell’ala. Come l’aereo si alza in volo in direzione opposta alla gravità così la barca a vela viene risucchiata invece che spinta. L’accortezza del capitano è quella di scegliere un angolo d’attacco al vento, proprio come l’ala dell’aereo, per far gonfiare e quindi curvare le vele e proprio grazie a quell’angolo, alla curvatura delle vele e all’ingegneria con cui la barca è costruita si crea il fenomeno del “risucchio” verso la provenienza del vento.

Il piacere di navigare risucchiati in direzione del vento – la cosiddetta andatura di bolina – e la sensazione di volare è indescrivibile a parole e va vissuta di persona.

Andare più veloce controvento

Una bella andatura di bolina durante un corso NESW

Continuando con il nostro ragionamento: l’unica vera decisione da prendere è la direzione in cui si vuole veleggiare e successivamente aggiustare le vele e l’assetto della barca sia in funzione del vento che della nostra meta. Se abbiamo le capacità necessarie possiamo raggiungere qualunque porto. Le uniche eccezioni sono le forti tempeste e l’assenza di vento.

La cosa affascinante è come quello che all’inizio sembrava un ostacolo, un impedimento, e cioè il vento contrario, diventi addirittura un mezzo di propulsione. Questo è un esempio in cui si riesce a capovolgere l’ostacolo e, invece di affrontarlo di petto, si sceglie un angolo di approccio, si aggiusta l’assetto e si risale il vento. Anche chi conosce l’effetto ne rimane ogni volta meravigliato.

Siccome abbiamo citato Seneca, il grande Imperatore Marco Aurelio si sente chiamato in causa e ci ricorda che ha sempre raccomandato una metodica, una disciplina, quell’esercizio che chiama “capovolgimento dell’ostacolo”. Con le sue parole: «Il mio pensiero capovolge favorevolmente ogni ostacolo alla sua azione, e trasforma questo ostacolo in un oggetto su cui si esercita il mio impulso ad agire; così ciò che frenava l’azione diventa utile all’azione, e ciò che sbarrava quel cammino aiuta a percorrerlo» (Marco Aurelio, A se stesso, V 20, 2-3).

Sembra scritto per noi.

C’è però una seconda sorpresa ancora più grande e fantastica e possiamo immaginare la grande emozione dei marinai quando hanno cominciato a sospettarne l’esistenza: risalendo il vento si può andare più veloci del vento stesso! Come?

Già, la velocità più elevata non la si raggiunge con il vento in poppa ma viaggiando in direzione contraria al vento e con l’angolo tra la barca e il vento più stretto possibile, quasi a farci notare che tanto più navighiamo vicini alle avversità tanto più andiamo veloci!

Questo apparente paradosso è l’effetto della stessa legge fisica del “risucchio” che ci permette di risalire il vento.
Chi di voi segue Coppa America si ricorderà che la velocità delle barca è in media di circa 2 volte la velocità del vento. La cosa sorprendente è proprio il fatto che il risucchio è più veloce del vento stesso!

In altri post futuri ci occuperemo dell’affascinante competizione per rendere le barche a vela sempre più veloci.

Ora la domanda fondamentale rimane: funziona nella vita esattamente come in barca?

• E’ possibile capovolgere gli ostacoli sul nostro cammino e proprio grazie a quegli stessi ostacoli andare più veloce?
• Si può riuscire a prendere i fastidi, le interferenze, i disturbi  e convertirli in mezzi di propulsione?

Vediamo se qualche esempio famoso ci può servire da ispirazione.

Rodolfo Valentino da giovane aveva grandi sogni di gloria e per questo volle entrare in Marina e diventare un eroe. Purtroppo venne scartato perché era strabico. Quando cercò successivamente ancora la gloria nel cinema quello stesso difetto venne usato sapientemente dai registi e da egli stesso e venne trasformato nello sguardo magnetico che ha fatto impazzire le donne di mezzo mondo e ha suscitato le invidie di altrettanti uomini. Nel cercare di vedere in modo normale Rodolfo faceva uno sforzo enorme e le telecamere si sorprendevano nel riprendere uno sguardo di una intensità sconosciuta fino ad allora. Le donne facevano ore di coda per vedere i suoi film e sognavano che lui le venisse a rapire vestito da Sceicco. Un difetto, una fatica enorme per vedere utilizzati in un modo nuovo e Rodolfo Valentino conobbe una successo straordinario e i suoi sogni di gloria si avverarono .

Il presidente degli Stati Uniti Reagan diede un esempio di come si possa cambiare una condizione avversa a proprio favore e volgere le elezioni a proprio favore in modo clamoroso. Durante la campagna presidenziale del 1984 Reagan aveva 73 anni e durante un dibattito con l’agguerrito sfidante Mondale gli venne contestato il fatto che fosse troppo vecchio per diventare presidente: un attacco frontale difficile da parare. E Reagan in tutta calma rispose: “Non farò dell’età un problema in questa campagna presidenziale. Non intendo infatti avvantaggiarmi del fatto che il mio avversario è giovane e inesperto”.
Conduttore e pubblico esplosero in una risata fragorosa, anche Mondale non poté trattenersi al punto da lasciare il podio per andare a stringergli la mano. Reagan sbaragliò l’avversario e trionfò per la seconda volta.
In questo caso clamoroso Reagan mostra come affrontare di petto l’ostacolo non sia la soluzione migliore e scopre un altro modo di guardare la situazione in modo particolare che invece lo spinge ancora più velocemente verso il suo obiettivo.

Una cosa interessante è chiedersi se dietro alla rinuncia non ci sia un qualcosa di reale ma solo una nostra percezione di un limite, di un ostacolo. Giovani e meno giovani conosciamo tutti il film Grease. Ebbene la parte del personaggio principale, quella che rese John Travolta un attore famosissimo non venne offerta a lui. Al contrario il primo attore a cui si pensò, considerandolo perfetto per la parte, fu Henry Wrinkler il mitico Fonzie che stava avendo un successo strepitoso con la sua caricatura del ragazzo un po’ teppista, un po’ duro ma poi gran sentimentale e dallo spirito protettivo. Henry – “Fonzie” – rifiutò la parte per paura di rimanere intrappolato in quel personaggio. John Travolta lo accettò. Il resto è storia.
E’ quello che sarebbe successo se i marinai non avessero sempre cercato una soluzione a come viaggiare anche contro vento nonostante il buon senso dicesse che era impossibile.
Un’occasione irripetibile che ha dato a John Travolta una posizione privilegiata nel cinema da cui è poi è cresciuto per diventare l’attore indimenticabile di molti film di grande successo.

In un altro campo: i famosissimi sigari toscani fumati oggi in tutto il mondo e che sono diventati addirittura il simbolo di eroi del Western come Clint Eastwood (Sergio Leone diceva che aveva solamente due espressioni: una col sigaro e una senza) sono nati sfruttando un errore.

ToscanoNel 1818 Ferdinando III, granduca di Toscana, fondò a Firenze una manifattura di tabacchi per la produzione di sigari fermentati. Senonché il tabacco di questi sigari venne bagnato da un acquazzone rovinandolo irreparabilmente. Almeno per  salvare il salvabile il tabacco venne messo ad asciugare con l’idea di produrre dei sigari a basso costo. Invece successe il miracolo, questi nuovi sigari piacevano molto di più degli altri, e si diffusero ben oltre il Granducato di Toscana e fino ai giorni nostri. Un ostacolo o un imprevisto – che viene sfruttato invece che dismesso – in questo caso crea la fortuna di un sigaro.

Un altro esempio è dato negli anni scorsi da Nick Vujicic, nato senza braccia e senza gambe, è diventato famoso per la sua storia. La cosa che ci colpisce della sua storia che addirittura ringrazia Dio della propria invalidità perché solo così ha capito il senso profondo della vita e anzi, grazie a questa invalidità è diventato uno strumento per comunicare gioia e speranza. Così come il marinaio ringrazia il vento che arriva da qualunque direzione esso soffi. Molti di noi danno tutto per scontato così facendo si privano del contatto profondo con l’esistenza e invece da disabile Nick è diventato benvoluto da un pubblico che lo segue nei suoi discorsi emozionanti dimostrandogli un affetto sconfinato. Si è sposato e oggi è padre di un bimbo bellissimo e quindi grazie proprio alla propria invalidità viaggia di paese in paese e ha tenuto discorsi emozionati a più di due milioni di persone fino ad ora, in dodici paesi di quattro continenti. (Africa, Asia, Oceania, e America Settentrionale).

Nel 2012 si è sposato e creato una propria famiglia ed è felice molto più della maggior parte delle persone. E ora preferisce, lo dichiara apertamente, non avere gambe braccia ma conquistare il cuore delle persone e vivere una vita straordinaria.

Clicca qui per vederne un video tradotto in italiano.

imageNick Vujicic e Sua moglie (dal Video di YouTube)

Per riassumere, a volte gli ostacoli sono tali perché siamo noi a percepirli come tali e se opportunamente rivalutati possono, almeno in qualche circostanza, diventare addirittura un modo per procedere più efficacemente verso i nostri obiettivi.

Quindi la prossima volta che sei di fronte ad un ostacolo, a un fastidio, a una interferenza chiediti:

• In che modo quest’ostacolo potrebbe favorirmi?

• Ho esaminato tutte le possibilità?

• Se fossi un marziano appena arrivato sulla terra cosa vedrei che non sto vedendo adesso?

• C’è un angolo di approccio che potrebbe trasformare la situazione in un vantaggio?

• Cosa sto dando per scontato che potrebbe non essere vero?

Imparare a navigare è anche una scuola di vita che insegna che si possono perseguire gli obiettivi, senza infrangersi contro gli ostacoli né cercando inutili scorciatoie.

Come dice il famoso formatore americano Tony Robbins: «Il nostro destino viene formato dai nostri pensieri e dalle nostre azioni. Non possiamo cambiare il vento ma possiamo orientare le vele». Potremmo anche sorprenderci ad andare più veloci.

 

Buon Vento,
Adriano

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