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Cadere in mare da una barca, per lo più a motore, durante la navigazione può significare qualcosa di molto più grave di farsi un semplice bagno!

E’ quello che è accaduto ad un adolescente durante la navigazione a bordo di un gommone: cade in acqua e viene gravemente ferito dall’elica del motore.

Clicca sull’immagine sotto e leggi l’articolo sulla tragedia avvenuta lungo la costa romagnola: siamo umanamente molto vicini alla famiglia del ragazzo, poteva capitare ad un qualsiasi dei nostri cari una cosa simile perché quando avviene è inaspettata:

E’ per questo che bisogna essere formati adeguatamente e, purtroppo, ciò potrebbe non bastare nell’eventualità, figuriamoci non sapere neppure cosa fare!!!

Durante i corsi patente nautica di Scuola Nautica NESW, viene spiegato tra gli argomenti d’esame la manovra di recupero uomo in mare, sia quando viene visto cadere il malcapitato in acqua e sia quando ci si accorge in ritardo dell’assenza a bordo della persona.

Questo argomento, che sembra lontano dalla vita quotidiana, è una delle peggiori tragedie che può capitare ad un comandante di una qualsiasi unità navale durante la navigazione, sia per le ferite che la persona può causarsi cadendo dallo scafo e, ancor peggio, il perdersi in mare e non essere più ritrovato.

Il recupero di una persona caduta accidentalmente in mare, non è un’operazione che si effettua abitualmente quando si naviga. Tuttavia, è un fenomeno che accade spesso e in maniera improvvisa; quindi sapere cosa fare può aiutare notevolmente il malcapitato a salvargli la vita. Il ruolo fondamentale lo hanno il timoniere e la vedetta ma soprattutto il Comandante nel gestire l’operazione di recupero con l’equipaggio di cui dispone al momento.

Generalmente si opera come segue:

All’udire “uomo in mare”, il timoniere deve effettuare una decisa accostata dallo stesso lato in cui è caduto l’uomo (se il naufrago è stato visto cadere), come  nella prima figura circolare, quello che purtroppo non è avvenuto a bordo del gommone che ha causato il ferimento grave del quattordicenne a Gabicce Mare!

Alla segnalazione di uomo a mare, lanciare subito in acqua il salvagente anulare con la boetta luminosa (soprattutto quando avviene in ore serali o con scarsa visibilità) e predisporre una vedetta per non perdere di vista il naufrago. La vedetta, in questa operazione, deve occuparsi esclusivamente di non perdere mai di vista il naufrago comunicando al timoniere ad alta voce la sua posizione e distanza dalla unità. Il riferimento della posizione, rilevamento, va dato come la posizione delle ore dell’orologio (considerando le ore 12 in direzione dell’asse longitudinale prodiero) e le ore 6 in direzione dell’asse longitudinale poppiero), mentre la distanza in metri.

Oppure la manovra chiamata curva di Williamson (vedi fig. sotto): questa ultima manovra, oltre ad essere quella richiesta come prova d’esame per la patente nautica a motore, diventa necessaria se il naufrago non è stato visto cadere per tornare nella rotta reciproca ed avere più possibilità di recuperarlo. Si esegue: mantenendo velocità costante, si accosta rapidamente dal lato dove è caduto l’uomo (qualora si sia visto cadere) sino a leggere sulla bussola 70° circa in più rispetto alla prora precedente; quindi aumentando la velocità si accosta dall’altra banda sino a tornare nella rotta opposta a quella iniziale (vedi figura sotto). L’operazione di recupero uomo in mare va eseguita tempestivamente.

Oltre quelle suddette, tipiche da manuale, esistono vari tipi di manovre per recuperare l’uomo in mare, come ad esempio la manovra eseguita con unità a vela. Dire quale sia quella giusta in senso assoluto non è possibile. Lo skipper/comandante deve decidere in pochi istanti quale manovra fare in base alla situazione che gli si presenta davanti, a quante persone esperte ha a bordo, allo stato psicologico di chi è caduto in acqua, alle sue condizioni fisiche (potrebbe anche non essere cosciente in acqua e ciò diminuisce il tempo per recuperarlo) e alle condizioni meteo.

Ogni Comandante, prima di ogni uscita in mare, dovrebbe istruire i membri del suo equipaggio su cosa fare in questi casi, individuando gli individui più capaci che possano coadiuvarlo nell’eventualità; ciò può sicuramente aumentare nettamente la percentuale di recuperare il malcapitato nel tempo più breve possibile, tempo che può divenire fatale se prolungato!

 

 

 

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